Costruzione di una freccia all’Archeoweek 2019

(c) South Tyrol Museum of Archaeology

Costruzione di una freccia all’Archeoweek 2019

 

Durante l’ultima settimana delle vacanze scolastiche, il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha organizzato per la prima volta un’attività estiva per bambini dagli 8 ai 12 anni.

Sotto la guida di archeologi e mediatrici culturali del museo, i partecipanti hanno potuto costruire la propria personale freccia neolitica. In questo modo i bambini sono entrati direttamente in contatto con alcune tecniche preistoriche e con vari materiali naturali. Un’escursione all’Archeoparc in Val Senales ha permesso a tutti i partecipanti di provare a tirare con l’arco.

Il riscontro presso bambini e genitori è stato molto positivo. Il museo ha intenzione per questo di realizzare anche la prossima estate un’altra edizione di Archeo-week, proponendo un programma diverso.

Foto:

1° giorno: Accendere il fuoco con selce, pirite e fungo esca non è così facile.
2° giorno: Alla ricerca di materiale naturale per realizzare la freccia. Sul Colle sopra Bolzano cerchiamo corteccia di betulla, viburno e ortiche. Accendiamo il fuoco per estrarre la pece di betulla.
3° giorno: Scortecciamo il viburno. Scheggiando la selce riusciamo a produrre lame molto affilate, in grado addirittura di tagliare i guanti… per fortuna siamo dotati di moderni cerotti 😉 Usando una riproduzione del ritoccatore di Ötzi, dai frammenti di selce diamo forma a delle punte di freccia.
4° giorno: Escursione all’Archeoparc in Val Senales. Lì ci esercitiamo nel tiro con l’arco, impariamo a macinare i cereali e ci cimentiamo in altre attività svolte nella preistoria.
5° giorno: Le frecce volano meglio se sono munite di penne. Per questo, tagliamo le penne secondo la loro lunghezza, le incolliamo al corpo della freccia con pece di betulla e fasciamo il tutto con fili di ortica e tendini animali. Il pomeriggio spieghiamo ai nostri genitori come abbiamo costruito le frecce.

Ringraziamo il Grieserhof,  l’Archeoparc in Val Senales e la montessori.coop per l’amichevole accoglienza.

 

Foto: (c) Museo Archeologico dell’Alto Adige

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